Radiodermite sintomi e cure
Patologie della Pelle

Radiodermite: sintomi e cause

La radiodermite: quando e come si manifesta

La radiodermite è una patologia della pelle che si manifesta quando si rimane a lungo esposti a radiazioni e si presenta sotto forma di semplice irritazione cutanea fino a raggiungere stadi più cronici. Si parla di raggi x e raggi gamma, che nel loro insieme rappresentano le radiazioni ionizzanti. Nei primi stadi si presentano arrossamenti con alterazione della pigmentazione del derma. Man mano si aggrava si può giungere a ulcerazioni e necrosi.

I vari gradi di radiodermite

I gradi secondo i quali viene classificata una radiodermite sono quattro e dipendono dall’intesità della dose di radiazioni che ha colpito la cute. Si parte quindi da i primi danni con irradiazioni inferiori a 5,5 Gy (gray) fino ad arrivare a superare i 25 Gy nelle lesioni più gravi.Irradiazioni superiori ai 25 Gy portano alla distruzione della cute e necrosi.

I primi sintomi della radiodermite

Quando emerge la necessità di sottoporsi a sedute di trattamento radiante è sempre bene tenere sotto osservazione le parti interessate dal trattamento per qualche giorno. É infatti questo l’intervallo di tempo necessario alla radiodermite per cominciare a manifestarsi. Vi sono anche casi tardivi dove il danno emerge dopo mesi. Le lesioni causate da questa dermatite possono diventare molto serie ed è quindi necessario non sottovalutare lievi sintomi come prurito o leggero arrossamento.

Le cause più comuni della radiodermite

Al di là della sensibilità cutanea individuale più o meno accentuata da soggetto a soggetto,nella maggior parte dei casi la radiodermite è spesso causata da un sovra dosaggio delle radiazioni emesse o a una ripetuta esposizione ad esse. Più raramente si incorre in difetti tecnici delle attrezzature in uso durante la terapia.

Radiodermite: quali terapie seguire

Le terapie atte a curare la radiodermite consistono principalmente in pomate cheratoplastiche per aiutare la ricostruzione dei tessuti. Nei casi più gravi, quelli che presentano profonde ulcere o necrosi, si arriva fino all’asportazione del tessuto danneggiato per poi intervenire con plastiche ricostruttive attraverso l’utilizzo del trapianto della cute.

Le conseguenze indesiderate della radiodermite

Nei casi più gravi, soprattutto in quelli dove è stato necessario intervenire chirurgicamente, si è riscontrata una spiacevole conseguenza. In un caso su quattro, dopo un intervallo di tempo attestato tra gli 8 e i 10 anni, il paziente è stato colpito da carcinoma della pelle. Questi tumori maligni della pelle in alcuni casi si sono manifestati anche in modo multiplo. C’è da dire che la semplice irritazione della cute è una conseguenza piuttosto frequente quando si viene sottoposti a sedute radioterapiche. Questo non toglie che tenere sotto controllo le zone interessate sia essenziale per evitare peggioramenti e l’uso comunque di pomate lenitive aiuta a prevenire fastidiose evoluzioni della radiodermite in fase precoce.

Quando la radiodermite diventa cronica

La radiodermite diventa cronica quando presenta, anche dopo svariato tempo, alterazione della cute con dilatamento capillare. Si può giungere così alla cheratosi, prima per la sua evoluzione in cancro. Durante questa fase compaiono piccoli rilevi di colore grigiastro. In questo caso si interviene chirurgicamente per asportare la parte compromessa, intervento finalizzato a evitare l’evoluzione in carcinoma.

Radioterapia associata a chemioterapia: un cocktail esplosivo che favorisce l’insorgere di radiodermiti

Nelle cure oncologiche spesso la radioterapia e la chemioterapia vengo somministrate in contemporanea in soggetti malati di tumore. Lo scopo è quello di agire il più prontamente e il più efficacemente possibile. In alcuni casi però si innescano reazioni sinergiche che portano a “radiation recall”, una vera è propria reazione di richiamo, e “radiation enhancement” quando invece una terapia produce incrementi negli effetti collaterali dell’altra. La radiation recall può manifestarsi anche quando la chemioterapia viene somministrata in tempi diversi dalla radio. Questo dimostra quanto quindi in fondo il derma rimane comunque sempre traumatizzato dal trattamento radioterapico e, anche quando all’apparenza non ha provocato alcun danno, il suo effetto irritante può rimanere latente a lungo nel tempo fino a quando non viene in qualche modo sollecitato. Per il manifestarsi di radiation enhancement invece i tempi devono essere molto più ristretti, in contemporanea o a distanza di non più di 7 giorni.


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