Cosa è la psoriasi?
La psoriasi è una patologia dermatologica molto comune che non tutti però conoscono; in pochi, infatti, sanno cosa comporta e cosa la scatena. La psoriasi è uno stato infiammatorio cronico e recidivo della pelle, che non è in alcun modo contagioso né infettivo. Per certi versi la psoriasi può anche essere definita una malattia autoimmune, in quanto prevede il coinvolgimento del sistema immunitario.
Le cause della psoriasi
I meccanismi che sottendono lo scatenarsi della malattia, infatti, sono di tipo prettamente immunologico: una parte da leoni la fanno le cellule di Langherans e i linfociti T che invadono l’organismo di citochine proinfiammatorie, le quali determinano il proliferare di cheratinociti e dunque una riproduzione molto più veloce del normale (e del necessario) delle cellule della pelle.
Queste ultime, infatti, progressivamente si rinnovano secondo un processo che viene definito di “turn over cellulare”; le tempistiche del turn over cellulare in un organismo sano, non affetto da psoriasi, si aggirano attorno ai ventotto giorni. Al contrario, il turn over cellulare per chi soffre di psoriasi si aggira intorno ai quattro giorni. Ne deriva un ricambio velocissimo e inutile delle cellule dell’epidermide che ha innanzi tutto delle conseguenze estetiche. Sì, perché chi soffre di psoriasi è facilmente riconoscibile dal fatto che la sua pelle in alcuni punti – quelli interessati dalla malattia – ha un aspetto molto particolare, caratteristico.
I segni della malattia consistono in aree più o meno vaste di pelle caratterizzare da un eritema, ossia di colore rosso: queste aree hanno dei bordi ben precisi, che si stagliano netti sulla pelle, e sul rossore presentano delle squame biancastre derivanti da un anomalo ispessimento dello strato corneo. La psoriasi può essere più o meno estesa e può colpire diverse zone del corpo; prevalentemente la patologia riguarda le stremità, mani e piedi, i gomiti e le ginocchia, ma non di rado colpisce anche il cuoio capelluto, la pancia e il petto.
Le conseguenze della psoriasi
Pur non essendo di per sé una malattia che comporta grandi problemi, la psoriasi può avere un forte impatto psicologico sull’individuo, dal momento che la sintomatologia è prettamente estetica, dunque può comportare non accettazione da parte di chi ne soffre. In una società come la nostra, per gran parte fondata sulle apparenze, la psoriasi rappresenta un grave limite per chi ha imparato a misurare il proprio valore dal proprio aspetto, dalla perfezione fisica. La psoriasi diventa un problema più serio quando coinvolge anche le articolazioni: in questo caso si tratta di una forma di artrite denominata appunto psoriasica. Per quanto riguarda invece i fattori che scatenano la patologia, questi sono molteplici e di diverso tipo. In primis, gli studi hanno convinto gli esperti che determinante sia il fattore genetico, ovvero una certa predisposizione familiare.
Chi infatti ha in famiglia – soprattutto tra i famigliari stretti – persone che soffrono di psoriasi, è dieci volte più a rischio di chi invece non ha fratelli, genitori, zii, cugini o nonni affetti dalla malattia. Ci sono poi i fattori ambientali, che non vanno sottovalutati. Pur in presenza di una certa famigliarità genetica, infatti, non è detto che la psoriasi si sviluppi. A fungere da detonatore potrebbe essere lo stress, in particolare quello che riguarda eventuali traumi personali subiti dal soggetto predisposto, ovvero lutti, separazioni traumatiche, incidenti o perdite importanti. Determinanti possono rivelarsi anche le ferite o le lesioni importanti oppure l’assunzione di alcuni farmaci come i betabloccanti (utilizzati frequentemente da chi soffre di tachicardia anche legata all’ansia) e il litio (utilizzato da chi soffre di depressione maggiore o bipolare).
Soprattutto nei bambini, poi, la psoriasi può insorgere in conseguenza di episodi influenzali caratterizzati da febbre molto alta oppure faringite streptococcica. In ultimo – ma non certo per ordine di importanza – le abitudini e gli stili di vita adottati quotidianamente possono contribuire a scatenare la malattia oppure a enfatizzarla, determinando un’estensione dell’area di pelle interessata e maggiore frequnza dell recidive.
Chi è soggetto a psoriasi
Sono più a rischio le persone che fumano, chi beve molto, chi è in sovrappeso e più in generale chi non segue un’alimentazione corretta e bilanciata, ricca delle sostanze nutritive di cui il corpo necessita. Anche chi presenta un alto indice di massa corporea è più esposto al rischio psoriasi. Per quanto riguarda invece le cure, in discorso è piuttosto complesso, dal momento che non esiste un’unica cura risolutiva, bensì più terapie che agiscono in maniera diversa, il cui utilizzo o meno viene deciso dal medico sulla base di un’attenta valutazione della singola sintomatologia: la psoriasi, infatti, presenta livelli diversi si gravità, le sue recidive possono essere più o meno frequenti e ogni paziente risponde in maniera diversa alle cure. Le cure più diffuse mirano generalmente a contrastare l’infiammazione, limitandola, e a fermare l’abnorme proliferazione di cheratinociti.
Nei casi meno gradi, quando le zone da trattare sono limitate, si ricorre a pomate topiche a base di emollienti, cheratolitici, retinoidi e inibitori tipici della calcineurina. Nei casi più gravi si più ricorrere anche al laser, dunque a fototerapie UBD, oppure a trattamenti per via orale, dunque farmaci da assumere con regolarità. Tutte le terapie (tranne quelle topiche) hanno in comune un numero piuttosto ingente di effetti collaterali: per questo motivo generalmente si alternano periodi di trattamento a periodi di riposo in cui lasciare all’organismo il tempo di riprendersi.
Buoni risultati si ottengono anche con le cure naturali, per esempio a base di fanghi, che fanno bene alla pelle e sono prive di effetti collaterali.
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